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Diocesi di Faenza-Modigliana

Diocesi di Faenza-Modigliana
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Diocesi di Faenza-Modigliana
Diocesi di Faenza-Modigliana

Benvenuti nella Diocesi di Faenza-Modigliana

La Diocesi di Faenza Modigliana, posta sull’asse della via Emilia, ha origini piuttosto antiche segnalata dalla presenza del Vescovo Costanzo a un Sinodo Romano del 313; ha conservato grossomodo la sua forma allungata dal crinale appenninico fin verso Ravenna, con una certa diversità di paesaggio e culture. Il cristianesimo dei primi tempi, di cui si conservano alcune tracce nella cripta di S. Ippolito in Faenza, si è poi diffuso nella campagne e nelle valli soprattutto attraverso le strutture delle Pievi di cui si possono ammirare due notevoli reliquie strutturali rispettivamente nella Pieve di S. Pietro in Sylvis a Bagnacavallo (sec. VII) e nella Pieve in Ottavo o Thò in Brisighella (secolo XII ma documentata dal 909).

  • BCEER
    Incaricato per la Cultura e l’Arte sacra

    Dott. Riccardo Drei
    beniculturali@diocesifaenza.it
    Tel. 0546 21642

Diocesi di Faenza-Modigliana
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Le Eccellenze
Storico Artistiche
del Territorio

Diocesi di Faenza-Modigliana
Diocesi di Faenza-Modigliana

Il Monachesimo, di stampo benedettino, ebbe una larga diffusione su tutto il territorio e offre ancor oggi due gioielli a S. Maria Vecchia a Faenza, documentata dal 883, e Badia del Borgo in Marradi, documentata dal 1025. Il suo culmine spirituale si ebbe al tempo di S. Pier Damiani, che predilesse tra gli altri l’Eremo di Gamogna, recentemente restaurato e tornato ad essere punto di riferimento ascetico.

Dal secolo XIV i grandi Ordini Mendicanti, Francescani e Domenicani, diedero impulso a un rinnovamento spirituale facendo fiorire numerose confraternite e opere di carità, mentre l’affermarsi della signoria dei Manfredi permise l’edificazione di grandi costruzioni, tra cui brilla la Cattedrale di Giuliano da Maiano (1474) in cui si registra la presenza di altri artisti fiorentini quali Biagio d’Antonio, Andrea della Robbia e Benedetto da Maiano.

Nel 1611 arrivarono i Gesuiti che costruirono un collegio e la chiesa di Santa Maria Nuova di forme barocche romane con altare borrominiano, che costituisce senza dubbio il lascito più alto dell’epoca della Controrifoma. Sintesi dell’arte del novecento e delle nuove aperture verso l’attenzione al popolo, temi anticipatori del Vaticano II, è il nuovo Seminario Diocesano (1953) a cui furono chiamati artisti di fama mondiale quali Angelo Biancini e Pietro Melandri.